elogio della lentezza, ovvero, sua maestà la Polpetta

E che a nessuno venisse in mente di teorizzare blasfeme similitudini con l’hamburger made in USA. Tra l’una e l’altro c’è lo stesso rapporto esistente tra un abito sartoriale italiano e una sottana in puro poliestere rosa shocking di rito texano.

Si favoleggia di hamburger che non vanno mai a male, capaci di automummificarsi,  scadenza 31.12.2044: pare sia possibile in virtù di un impasto di sostanze chimiche in cui si possono rinvenire persino tracce di carne. Il sapore? Sale! Sodio condito.

E il pane? Come mai anche certe pagnottelle fast food, tradizionali contenitori di hamburger, non induriscono nemmeno dopo un mese? Semplice: alcool! Ce n’è talmente tanto (è un ottimo conservante) che, si narra, basta mangiarne un paio per non superare indenni la prova del palloncino.

Ora scusateci: noi si torna in cucina ad arrotolare polpette. Lentamente.

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