Il-pacco-da-giù

Il pacco-da-giù sta a un meridionale al nord come il kit di sopravvivenza sta a un partecipante alla Marathon des Sables.

Ed esiste una sola entità in grado di preparare un vero pacco-da-giù: la mamma! L’unica in grado di evitarti la morte per inedia.

Infatti, l’originaria funzione del pacco-da-giù era proprio quella di fornire il minimo necessario a figli costretti a emigrare oltre le colonne di Ercole di Scilla e Cariddi. Oggi, le nuove generazioni di mamme meridionali cominciano a credere, pur scettiche, che anche a Milano si potrebbe trovare del caffè, dell’olio extravergine d’oliva o persino delle buatte di caponata. E allora anche il pacco-da-giù si evolve e cambia: prima esso conteneva derrate “introvabili” a Milano  (limoni, arance, salsiccia secca, taralli, pane e pasta), il tutto tenuto fermo da maglie di lana che non furono mai indossate.  Insomma, il minimo imprescindibile per superare l’inverno in una landa ghiacciata  milanese, senza perdere peso o colore.

Oggi il pacco-da-giù ha una funzione meno survival e più  gastronomica: esso contiene dolci di mandorla, pecorini che ancora fanno beee, origano che lì-se-lo-sognano. La maglia di lana si è evoluta in cotone, ma continua a essere spedita.

Discorso a parte merita l’olio evo: un figlio meridionale al nord consuma più olio di una Fiat Duna versione 1985. Pertanto al verde nettare si riserva una spedizione a parte.

Infine, un’analisi scientificamente rigorosa del pacco-da-giù, non può prescindere dalle bottiglie (i Buttigghi per antonomasia) che non sono contenitori di vetro per liquidi indifferenziati bensì la salsa di pomodoro fatta in casa e imbottigliata tramite lunghissimi processi di bollitura effettuati in giornate dedicate a cui partecipano tutti i membri  superstiti della famiglia, quelli  che non sono stati costretti a emigrare. Lo stappamento di una Buttigghia, se effettuato sopra Bologna, genera un profumo in grado di commuovere il più insensibile dei figli meridionali esuli e di farlo piangere di nostalgia canaglia come un vitello.

Ogni Buttigghia contiene il cordone gastronomico-ombelicale tra sud e nord.

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