TRINACRIA: MEGLIO MITICA CHE MITOLOGICA

Pare che le tre gambe di Trinacria rappresentino i tre promontori siciliani, Peloro, Lilibeo e Capo Passero. A pudìca copertura di un fantasmagorico sistema genitale (cosa riservano tre ìnguini?), c’è la testa di una Gòrgone, non sappiamo quale delle tre sorelle.

Eppure sarebbe interessante sapere se a rappresentare la Sicilia negli emblemi istituzionali sia Medusa, simbolo della perversione intellettuale, Euriale, la perversione sessuale, o Steno, mitologica allegoria della degenerazione morale.

Pur non amando gli eccessi – tale è qualsiasi perversione – quelle che temiamo meno sono le prime due. Pazienza se la Sicilia è incarnata da Medusa: una buona dose di vivacità intellettuale non guasta. Dei vizi di Euriale (“a tavola e a letto non c’è rispetto”) potremmo anche goderne.

Ma Se la Gòrgone che raffigura la Sicilia fosse Steno, mostruoso mito della perversione morale, sarebbe abbastanza disdicevole sventolare un vessillo con una metafora cosi impresentabile. Salviamo almeno le apparenze.

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